giovedì 7 giugno 2012

IMPREPARATI? NO GRAZIE..


C’è una parte d’Italia che soffre perchè colpita dal terremoto, un evento naturale troppo spesso sottovalutato nelle previsioni degli esperti e nell’attuazione di misure preventive e di cui conosciamo i tremendi effetti devastanti solo quando ci tocca da vicino. Questa improvvisa instabilità, le vittime del sisma, la perdita delle cose a noi più care ed il loro ricordo, lasciano un vuoto dentro che non si può descrivere e nemmeno immaginare. La gente impreparata viene travolta nella sua quotidianità ma, come spesso accade, volontà e determinazione sono la spinta propulsiva che innesca il lungo e difficile lavoro della ricostruzione. Costruire qualcosa di molto solido che sia in grado di sopportare gli input di eventuali ulteriori sollecitazioni. Meritano tutta la nostra stima e rispetto coloro che, avendo fatalmente perduto tutto, con passione e spirito di sacrificio sono già all’opera per edificare il loro nuovo domani. In politica invece stiamo assistendo ormai da tempo ad una permanente instabilità e grande approsimazione nell’affrontare le questioni più importanti e non possiamo essere impreparati. Prima Repubblica, seconda Repubblica, siamo in attesa che qualcuno ci dica che la terza a breve inizierà? Per ora godiamoci l’ebbrezza del Governo tecnico e delle costanti ma necessarie tasse … Abbiamo imparato la lezione? Siccome c’è la crisi, siccome il pil è fermo e le previsioni non sono fra le più rosee, siccome lo spread non diminuisce in modo significativo e il rischio default è alle porte, cosa c’è di meglio se non decidere di appesantire i cittadini con nuove imposte, aderire al trattato UE firmando il fiscal compact e modificare l’art. 81 della Cost. (con l’assoluto e complice silenzio dei media) che ci obbliga così al pareggio di bilancio e quindi ad una maggiore austerità nei prossimi anni ed una certificata impossibilità a gestire la sovranità economica del Paese nel rispetto di tali vincoli? Il Governo, con questa trovata, ha difatti condannato l’Italia a non poter più decidere in autonomia i destini di crescita del proprio Paese, assoggettando tutte le decisioni di politica economica, se non interna, al potere dell’oligarchia finanziaria europea. A ben vedere però i cittadini non vogliono più essere impreparati. Non lasciamoci travolgere dagli eventi, conosciamo ciò che ci circonda poichè ne abbiamo fatto esperienza nel corso di questi anni. Non desideriamo più essere schiacciati da questo sistema di dominio che ci rende schiavi e imprigiona i nostri sogni. Questo periodo di crisi rappresenta per tutti noi l’occasione per agire e poter fare qualcosa di nuovo. L’Italia nuova, appunto. Servono grande responsabilità, onestà, impegno e rinnovato senso civico. Prendiamo parte a questo progetto, il momento è arrivato ed ogni singolo contributo personale servirà a rendere solide e durature le fondamenta del nostro nuovo Stato.

Mariagrazia Longoni
P.I.N. MILANO

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